lunedì 18 marzo 2013

FESTA DI SAN GIUSEPPE A SANTA CROCE CAMERINA.II parte

Quest'anno, per la prima volta, ho partecipato alla "seconda parte" della festa di San Giuseppe a Santa Croce Camerina, paese vicino a Marina di Ragusa interessante anche da un punto di vista socio-linguistico (pensate che lungo le strade ci sono insegne scritte in italiano e in arabo, data la presenza di una grande comunità nord africana).
 Ho sempre visitato le cene di San Giuseppe, dopo averle viste per la prima volta circa sei anni fa, ma non ero mai stata la domenica mattina a Santa Croce, quando, dopo la Messa nella Chiesa Madre, i Santi guidano una processione di fedeli, seguiti dalla banda, fino alla casa di chi ha deciso di offrire loro la cena, precedentemente benedetta!
 La festa di San Giuseppe inizia il fine settimana che precede il 19 marzo, quando vengono esposte e aperte al pubblico le cosiddette cene nelle case dei devoti. Le cene sono degli ex voto per grazia ricevuta dal Santo, o per grazia richiesta al Santo. Una tradizione che mi ha affascinato fin da subito, non solo per i colori e i profumi che ti inondano quando ti ritrovi davanti a queste tavole, ma proprio per la fede e l'amore con cui tutti quei piatti vengono preparati e accuratamente sistemati. Tutto ciò che si trova sulla tavola ha un significato simbolico e occupa un posto niente affatto casuale. Per esempio il grano e le primizie sono di buon auspicio per il raccolto, e poi il pane a forma di W S G che sta per: Viva San Giuseppe!
 Quindi il venerdì e il sabato tutti possono entrare nelle case di Santa Croce che hanno il portone aperto e fare la visita (tipica espressione), ma non si può toccare niente, solo guardare!!
La domenica mattina, dopo la Messa appunto, i cosiddetti Santi e cioè le Sacre Famiglie, Giuseppe, Maria e Gesù, seguono un rito che si ripete ogni anno sempre uguale. Giuseppe è rappresentato da uomini anziani, Gesù da bambini/ragazzini e Maria da bambine fino a circa 10 anni d'età, non più grandi perché Maria rappresenta la purezza, la verginità. Così formate, le Sacre Famiglie o Santi che dir si voglia, raggiungono a suon di musica la casa prescelta, si fermano davanti al portone chiuso, e  Giuseppe bussa tre volte. La prima volta risponde la padrona di casa chiedendo "Chi è?", "Giuseppe sugnu" (tutto rigorosamente in dialetto, è chiaro!), la seconda volta la padrona chiede di nuovo "Chi é" "la Maronna", ma niente il portone non si apre, dopo la terza volta Giuseppe risponde "Gesù, o rapiti vuatri o lu figghiu ri Dio". A questo punto il portone si apre, tutti entrano dietro ai Santi, si recita tutti insieme un Padre Nostro...ma all'improvviso la voce di un uomo molto serio, con occhiali da sole scuri rompe la magia del momento: " Per cortesia!! Tutti coloro che non sono invitati sono pregati di uscire dalla casa, i Santi mangiano a porte chiuse!".

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